Corte di Cassazione, Ordinanza n. 20257/2025: Chiarimenti sull'Appellabilità del Proscioglimento in Udienza Preliminare

Il diritto processuale penale è un campo in continua evoluzione, spesso caratterizzato da norme complesse che richiedono un'attenta interpretazione da parte della giurisprudenza. La Corte di Cassazione, in quanto organo supremo della giustizia italiana, ha il compito fondamentale di garantire l'uniforme applicazione della legge e di risolvere i dubbi interpretativi. È in questo contesto che si inserisce l'Ordinanza n. 20257 del 30 maggio 2025, una pronuncia che offre un chiarimento essenziale in materia di impugnazioni, con particolare riferimento alle sentenze di proscioglimento emesse in udienza preliminare. La questione, sorta nel procedimento che vedeva imputato F. D. S. contro P.M.T., verteva sulla corretta interpretazione del regime di appellabilità dopo le recenti riforme.

Il Contesto: Udienza Preliminare e Sentenza di Proscioglimento

L'udienza preliminare rappresenta un momento filtro nel processo penale italiano. La sua funzione principale è quella di valutare se gli elementi raccolti dal Pubblico Ministero siano sufficienti a sostenere l'accusa in giudizio. Se il Giudice per l'Udienza Preliminare (G.U.P.) ritiene che non vi siano prove idonee a fondare un'accusa o che il fatto non sussista, non costituisca reato o non sia punibile, emette una sentenza di non luogo a procedere, che è, a tutti gli effetti, una sentenza di proscioglimento. Tradizionalmente, queste sentenze sono appellabili dal Pubblico Ministero, come stabilito dall'articolo 428 del Codice di Procedura Penale (c.p.p.).

La Questione Giuridica: Conflitto tra Norme e la Legge n. 114/2024

Il nodo interpretativo affrontato dalla Suprema Corte nasceva dalle modifiche introdotte dalla Legge 9 agosto 2024, n. 114. Questa normativa ha modificato, tra gli altri, l'articolo 593, comma 2, c.p.p., stabilendo l'inappellabilità delle sentenze relative ai reati per i quali si procede con citazione diretta a giudizio (quelli elencati all'articolo 550 c.p.p.). La domanda che si poneva era: questa inappellabilità si estende anche alle sentenze di proscioglimento emesse in udienza preliminare, quando il reato rientra tra quelli a citazione diretta? In altre parole, la nuova disciplina dell'articolo 593, comma 2, c.p.p. prevaleva sull'articolo 428 c.p.p.?

La Massima dell'Ordinanza n. 20257/2025 e il Suo Significato

La Corte di Cassazione, con l'Ordinanza n. 20257/2025, ha fornito una risposta chiara e definitiva, affermando il seguente principio:

Il regime dell'impugnazione avverso la sentenza di proscioglimento emessa all'esito dell'udienza preliminare è dettato esclusivamente dall'art. 428 cod. proc. pen., non trovando applicazione la previsione dell'inappellabilità sancita per le sentenze relative ai reati di cui all'art. 550 cod. proc. pen., dall'art. 593, comma 2, cod. proc. pen. come modificato dalla legge 9 agosto 2024, n. 114.

Questa massima, formulata dal Presidente G. Fidelbo e dall'Estensore M. Ricciarelli, è di fondamentale importanza. Essa chiarisce che l'articolo 428 c.p.p. costituisce la norma speciale e tassativa che disciplina l'appellabilità delle sentenze di proscioglimento emesse in udienza preliminare. Di conseguenza, la previsione di inappellabilità introdotta dalla Legge n. 114/2024 per le sentenze dibattimentali relative ai reati a citazione diretta (ex art. 550 c.p.p.) non si estende e non incide sul regime delle impugnazioni delle decisioni assunte nella fase dell'udienza preliminare. Ciò significa che, anche per i reati che potrebbero essere trattati con citazione diretta, una sentenza di non luogo a procedere rimane appellabile dal Pubblico Ministero.

  • **Chiarezza Normativa:** L'Ordinanza elimina ogni dubbio interpretativo, ribadendo la specificità dell'articolo 428 c.p.p.
  • **Garanzia Processuale:** Mantiene inalterata la possibilità per l'accusa di contestare una decisione di proscioglimento ritenuta ingiusta in fase preliminare.
  • **Distinzione delle Fasi:** Sottolinea la netta separazione e la diversa funzione delle fasi processuali, ognuna con il proprio specifico regime di impugnazione.

Conclusioni: Certezza Giuridica e Impatto Pratico

L'Ordinanza n. 20257/2025 della Corte di Cassazione apporta un contributo significativo alla certezza del diritto processuale penale. Per gli operatori del diritto, e in particolare per i Pubblici Ministeri e gli avvocati difensori, questa pronuncia è cruciale. Essa conferma che le sentenze di proscioglimento emesse dal G.U.P. sono sempre appellabili, indipendentemente dalla natura del reato e dalle recenti modifiche all'articolo 593 c.p.p. relative ai reati a citazione diretta. È un monito sull'importanza di conoscere a fondo le specifiche norme che regolano le diverse fasi del procedimento penale e le loro interazioni, garantendo così la corretta tutela dei diritti e degli interessi in gioco.

Studio Legale Bianucci