Cassazione, sentenza n. 15759/2025: motivazione carente nei provvedimenti di trattenimento degli stranieri

Con la decisione n. 15759 depositata il 22 aprile 2025, la Prima Sezione della Corte di cassazione torna sul delicato tema del trattenimento amministrativo degli stranieri, disciplinato dal d.l. 145/2024, conv. in l. 187/2024. Il caso riguardava H. P. M. R., per il quale la Corte d’appello di Bari aveva prorogato la permanenza in un centro di permanenza per il rimpatrio (CPR). Il ricorso dell’interessato ha sollevato la questione dell’adeguatezza della motivazione del provvedimento di proroga.

Il perimetro del controllo in Cassazione

L’art. 14, comma 6, d.lgs. 286/1998 limita i motivi di ricorso avverso i decreti di convalida o proroga del trattenimento alle lettere a), b) e c) dell’art. 606, comma 1, c.p.p. Ciò significa che il sindacato di legittimità si circoscrive a violazioni di legge, inosservanza di norme processuali e vizi di motivazione, escludendo, ad esempio, i motivi di merito.

La Cassazione ribadisce che la «motivazione inesistente o meramente apparente» costituisce ipso iure violazione di legge: se il giudice di merito non si confronta con un elemento potenzialmente decisivo, il vizio è deducibile in sede di legittimità. Il riferimento è in linea con la giurisprudenza di legittimità (ex multis Cass., Sez. U., 33451/2014) e con l’art. 13 Cost., che esige che ogni restrizione della libertà personale sia sorretta da motivazione puntuale.

In tema di trattenimento amministrativo delle persone straniere nel regime processuale conseguente al d.l. 11 ottobre 2024, n. 145, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 dicembre 2024, n. 187, nel giudizio di legittimità avverso i provvedimenti di convalida o proroga del trattenimento sono ammesse, ai sensi dell'art. 14, comma 6, d.lgs. 25 luglio 1998, n. 286, solo le censure formulate ai sensi dell'art. 606, comma 1, lett. a), b) e c), cod. proc. pen., e il controllo che può essere richiesto con tale mezzo attiene anche alla verifica del corretto assolvimento dell'obbligo di motivazione, dovendosi ricomprendere nella nozione di motivazione inesistente o meramente apparente del provvedimento, che integra la violazione di legge, quella che abbia omesso del tutto di confrontarsi con un elemento potenzialmente decisivo, nel senso che, singolarmente considerato, sarebbe tale da poter determinare un esito opposto del giudizio.

La massima evidenzia due profili essenziali:

  • la selettività dei motivi di ricorso ammessi, a tutela dell’esigenza di celerità nei procedimenti relativi alla libertà personale;
  • l’estensione del concetto di “motivazione apparente” a tutti i casi in cui il giudice omette di esaminare fatti decisivi, anche se non espressamente allegati dall’interessato.

Impatto pratico per la difesa

Alla luce della pronuncia, il difensore di cittadino straniero trattenuto dovrà:

  • individuare sin dal primo grado gli «elementi potenzialmente decisivi» (ad esempio: disponibilità di domicilio, condizioni di vulnerabilità, percorsi di integrazione);
  • segnalare puntualmente tali elementi al giudice di convalida/proroga;
  • in caso di mancato esame, articolare il ricorso in Cassazione denunciando la violazione dell’art. 14, comma 6, d.lgs. 286/1998 in correlazione con l’art. 606, lett. c), c.p.p.

Il richiamo alle linee guida della Corte EDU (sentenze Saadi c. Regno Unito, Khlaifia c. Italia) rafforza l’orientamento che vuole il giudice di merito compiere un vaglio concreto di proporzionalità e necessità del trattenimento, specie dopo la riforma del 2024 che ha ampliato la durata massima sino a 18 mesi.

Conclusioni

La sentenza n. 15759/2025 si inserisce in un filone che tutela la libertà personale dello straniero, imponendo un onere motivazionale stringente al giudice che dispone o proroga il trattenimento. Per gli operatori del diritto si traduce nella necessità di una strategia difensiva mirata, che metta in luce gli elementi decisivi e, in sede di legittimità, si concentri sulla denuncia della motivazione solo apparente. Lo Studio potrà assistere i propri clienti stranieri verificando puntualmente la sussistenza dei presupposti di legge e predisponendo ricorsi fondati su argomentazioni solide, alla luce dei principi chiariti dalla Suprema Corte.

Studio Legale Bianucci