La sentenza n. 8892 della Corte di Cassazione, emessa il 4 aprile 2024, offre importanti chiarimenti in materia di assegno di divorzio e mantenimento per i figli maggiorenni. Questo caso, che ha visto coinvolti A.A. e B.B., tocca temi cruciali come l'autosufficienza economica dei figli e la capacità lavorativa dell'ex coniuge. Analizziamo i punti salienti di questa decisione e il suo impatto sulla giurisprudenza.
Nel 2020, il Tribunale di Lagonegro aveva stabilito che A.A. dovesse versare un assegno di mantenimento ai figli maggiorenni e un assegno divorzile all'ex moglie. Tuttavia, la Corte d'appello di Potenza, in sede di appello, ha riformato parzialmente la decisione, revocando l'assegno per il figlio D.D. e confermando quello per la figlia C.C. La Corte ha ritenuto che D.D. avesse raggiunto un certo grado di autosufficienza economica grazie a un contratto di lavoro, mentre C.C. si trovava in una situazione di precarietà, non avendo trovato un'occupazione stabile.
La Corte di Cassazione ha accolto il primo motivo di ricorso di A.A., rilevando che l'obbligo di mantenimento non cessava automaticamente al raggiungimento della maggiore età, ma perdurava fino a quando il genitore non dimostrava che il figlio fosse diventato economicamente indipendente. In particolare, la Corte ha sottolineato:
Il diritto al mantenimento per i figli maggiorenni persiste fino a prova contraria sull'autosufficienza economica.
In conclusione, la sentenza n. 8892 della Cassazione ribadisce principi fondamentali riguardanti l'assegno di divorzio e il mantenimento dei figli. Essa chiarisce che la valutazione dell'autosufficienza economica deve essere effettuata con attenzione, considerando la situazione lavorativa e le prospettive future dei figli. La Corte d'appello di Potenza dovrà ora riesaminare il caso tenendo conto di queste indicazioni, riformulando le proprie decisioni in modo conforme ai principi espressi dalla Cassazione.