La fine di un matrimonio non è una semplice formalità legale. È un terremoto emotivo, un passaggio esistenziale che scuote le fondamenta della vita di una persona. Le certezze vacillano, il futuro appare incerto e la preoccupazione per il benessere dei figli diventa un pensiero costante e totalizzante. In questo scenario così delicato, la scelta dell'avvocato matrimonialista (o avvocato divorzista o avvocato familiarista) a cui affidarsi è decisiva. Non basta un tecnico del diritto; serve un professionista che sappia essere al contempo stratega e confidente, un alleato che unisca alla profonda conoscenza della legge una rara sensibilità umana.
Lo Studio Legale dell'Avvocato Marco Bianucci nasce da questa consapevolezza: ogni storia è unica e merita un'assistenza legale "cucita su misura", che metta al centro la persona, la sua dignità e il suo futuro.
"Le parole sono importanti", scriveva un autore. Nel diritto di famiglia, questa verità è assoluta. Le parole che usiamo, le strategie che adottiamo, gli obiettivi che ci poniamo possono costruire ponti o innalzare muri. Il nostro approccio, che contraddistingue il nostro operato come avvocati matrimonialisti, si fonda sulla ferma convinzione che il conflitto distruttivo non sia mai una soluzione, ma solo un aggravio di sofferenza.
Comprendere il percorso che si andrà ad affrontare è un diritto. Ecco, in dettaglio, le differenze sostanziali (chiaramente, si tratta di una sintesi della procedura che è estremamente complessa).
È la via della responsabilità condivisa.
Chi è coinvolto? I coniugi, assistiti dai rispettivi avvocati (o da un unico avvocato matrimonialista), che collaborano per un fine comune.
Cosa accade? Si negoziano e si definiscono tutti gli aspetti: affidamento e collocamento dei figli, regolamentazione del diritto di visita, mantenimento per prole e coniuge, assegnazione della casa. L'accordo viene messo per iscritto in un ricorso congiunto.
Le fasi:
Tempistiche: Generalmente 1 mese circa dal deposito del ricorso.
È la via necessaria quando il conflitto è insanabile.
Chi è coinvolto? I coniugi come "parti contrapposte" (ricorrente e resistente), i loro avvocati, il Giudice e talvolta periti (Consulenti Tecnici d'Ufficio), nei casi più gravi, Curatore speciale del minore e Servizi Sociali. Qui l'esperienza di un avvocato divorzista abituato al contenzioso è essenziale.
Cosa accade? Uno dei due coniugi "cita in giudizio" l'altro, chiedendo al Tribunale di decidere su tutti gli aspetti della separazione. Inizia una vera e propria causa.
Le fasi:
Tempistiche: Molto variabili, da un minimo di 6-8 mesi (dal deposito del ricorso) a 1-2 anni, a seconda della complessità. Talvolta, nei casi più difficili, la durata può essere anche superiore.
In qualità di avvocato familiarista con esperienza pluriennale, l'Avv. Bianucci ritiene fondamentale che i propri assistiti comprendano appieno i termini e i concetti chiave che regoleranno il loro futuro.
Affido condiviso: È la modalità prioritaria per legge. Non significa che il figlio passerà metà del tempo con un genitore e metà con l'altro. Significa che entrambi i genitori conservano la responsabilità genitoriale e devono condividere le decisioni di maggiore importanza (scelta della scuola, trattamenti sanitari, educazione religiosa). Il bambino viene poi collocato in modo prevalente presso uno dei due genitori (il genitore "collocatario"), mentre viene definito un calendario di visite per l'altro.
Affido esclusivo: È una misura eccezionale, che il giudice può disporre solo se l'affido condiviso risulta "contrario all'interesse del minore". La giurisprudenza più recente lo concede in casi di comprovata inadeguatezza di un genitore: violenza, totale disinteresse, incapacità di prendersi cura del figlio. Anche in questo caso, il genitore non affidatario mantiene il diritto-dovere di vigilare sull'educazione del figlio.
Affido super esclusivo: L'affido super esclusivo (o rafforzato) è una misura eccezionale, disposta dal giudice in casi di grave inadeguatezza del genitore non affidatario, in cui l'unico genitore affidatario ha l'esclusivo potere decisionale su tutte le questioni riguardanti salute, istruzione ed educazione del figlio, senza dover consultare l'altro genitore. Questa forma di affidamento si differenzia dall'affido esclusivo perché esclude del tutto l'altro genitore dalle decisioni, potendo anche limitare il diritto di visita in casi di estrema gravità
I figli hanno diritto a mantenere un tenore di vita analogo a quello che avevano durante la convivenza dei genitori.
L'assegno non è una "tariffa fissa", ma viene calcolato dal giudice (o concordato dalle parti) sulla base di un'attenta ponderazione di vari elementi:
A questo si aggiungono le spese straordinarie (es. gite scolastiche, apparecchio per i denti, corsi speciali), che di norma vengono ripartite al 50% o in proporzione ai redditi.
Una delle distinzioni più importanti che un avvocato divorzista esperto deve chiarire riguarda la differenza tra l'assegno di mantenimento nella separazione e l'assegno divorzile.
Assegno di mantenimento (in sede di separazione): La separazione non scioglie il vincolo matrimoniale, ma ne attenua gli effetti. Persiste un dovere di assistenza materiale. Questo assegno spetta al coniuge economicamente più "debole", che non abbia redditi adeguati a conservare il tenore di vita matrimoniale. Non spetta se la separazione gli è stata "addebitata" per sua colpa.
Assegno divorzile: Con il divorzio, ogni legame cessa. L'assegno non serve più a garantire il tenore di vita. Come chiarito in modo definitivo dalla Corte di Cassazione a Sezioni Unite la sua funzione è composita: assistenziale (se l'ex coniuge non ha mezzi di sussistenza), compensativa (per ripagare i sacrifici professionali fatti per la famiglia) e perequativa (per riequilibrare le condizioni economiche create dal divorzio). In estrema sintesi, si valuta la durata del matrimonio, il contributo dato alla vita familiare e al patrimonio dell'altro e le ragioni della fine del legame.
La casa non viene assegnata come "proprietà", ma come diritto di godimento.
Il criterio guida è uno solo: l'interesse della prole a non subire ulteriori traumi, rimanendo a vivere nell'ambiente domestico in cui è cresciuta.
Pertanto, la casa viene di regola assegnata al genitore collocatario dei figli minori o maggiorenni non ancora autosufficienti.
Questo diritto viene meno quando i figli diventano economicamente indipendenti o lasciano la casa stabilmente, o se l'assegnatario non vi abita più.
Per le coppie che hanno raggiunto un accordo pieno e desiderano una soluzione rapida e riservata, la legge offre uno strumento formidabile: la Negoziazione Assistita.
Come funziona? È una convenzione con cui le parti si impegnano a cooperare in buona fede per risolvere la controversia, assistite ciascuna dal proprio avvocato. L'intero processo si svolge negli studi legali.
Quali sono i vantaggi?
Una volta firmato, l'accordo viene trasmesso al Pubblico Ministero per un’Autorizzazione (se ci sono figli) o per il Nulla Osta per le coppie senza figli.
Diventa così un titolo esecutivo con la stessa identica forza di una sentenza del Tribunale.
È la soluzione che un avvocato matrimonialista e divorzista moderno deve saper padroneggiare per offrire il servizio più efficiente.