La sentenza n. 25169 del 15 febbraio 2023, pubblicata il 9 giugno 2023, offre un'importante riflessione sulla configurabilità del reato di peculato per i titolari di ricevitorie del lotto. Questo pronunciamento della Corte di Cassazione ha sollevato interrogativi sulla gestione del denaro pubblico e sulle responsabilità dei pubblici ufficiali in contesti specifici come quello delle giocate.
Il caso in esame riguardava Amos U., titolare di una ricevitoria del lotto, accusato di peculato per aver effettuato giocate per sé stesso senza versare il corrispettivo dovuto allo Stato. La Corte d'Appello di Torino aveva condannato il soggetto, ma la Suprema Corte ha annullato questa decisione, ribadendo che non è configurabile il delitto di peculato in tali circostanze.
Gioco del lotto - Titolare della ricevitoria che effettui giocate per sé in difetto del pagamento dovuto - Natura pubblica del denaro - Esclusione. Non è configurabile il delitto di peculato nei confronti del titolare di una ricevitoria del lotto che effettui nel suo locale delle giocate per sé senza versare il corrispettivo dovuto allo Stato, in difetto della natura pubblica del denaro oggetto della pretesa appropriazione. (In motivazione la Corte ha precisato che di tale danaro, non oggetto di riscossione, il ricevitore non acquisisce la disponibilità in ragione del proprio ufficio, né si appropria con interversione del titolo di possesso).
La Corte ha chiarito che il denaro oggetto della pretesa appropriazione, nel caso specifico delle giocate effettuate dal ricevitore, non è considerato pubblico ai fini della configurabilità del reato di peculato. Questo significa che il titolare della ricevitoria non acquisisce la disponibilità di tale denaro in virtù del suo ruolo, né tantomeno si appropria di esso in modo illegittimo.
Questa interpretazione non solo chiarisce la posizione del ricevitore, ma riflette anche un principio più ampio riguardante la distinzione tra beni pubblici e privati all'interno del sistema giuridico italiano.
In conclusione, la sentenza n. 25169 del 2023 rappresenta un importante passo avanti nella comprensione della responsabilità dei pubblici ufficiali nel contesto della gestione del denaro pubblico. Essa evidenzia la necessità di una chiara distinzione tra il denaro che si considera pubblico e quello che non lo è, specialmente in situazioni di gioco. Questo pronunciamento non solo rassicura i titolari di ricevitorie, ma offre anche spunti di riflessione per possibili future riforme legislative in ambito di diritto penale e gestione dei pubblici ufficiali.