Il diritto alla protezione internazionale e le procedure di trattenimento amministrativo degli stranieri sono ambiti di grande complessità e rilevanza sociale. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 18274 del 14 maggio 2025, ha offerto un chiarimento essenziale sui requisiti per l'esame della domanda di asilo, ponendo l'accento sull'importanza dell'onere di allegazione dei fatti rilevanti. Questa pronuncia è cruciale per comprendere l'equilibrio tra le garanzie procedurali e la necessità di un sistema efficiente, in un contesto normativo in continua evoluzione, anche alla luce del recente D.L. 145/2024 (convertito in L. 187/2024).
La questione affrontata dalla Cassazione riguarda il delicato momento in cui uno straniero, sottoposto a trattenimento amministrativo, manifesta la volontà di richiedere protezione internazionale. Secondo la normativa italiana ed europea, tale manifestazione di volontà conferisce immediatamente lo "status" di richiedente asilo, attivando una serie di diritti e garanzie. Tuttavia, come chiarisce la Suprema Corte, l'acquisizione di questo status non implica automaticamente l'immediato esame nel merito della domanda. Esiste un passaggio fondamentale che deve essere compiuto dal richiedente.
La Corte di Cassazione, rigettando il ricorso di B. P.M. M., ha formulato un principio cardine:
In tema di trattenimento amministrativo delle persone straniere nel regime processuale conseguente al d.l. 11 ottobre 2024, n. 145, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 dicembre 2024, n. 187, sebbene lo straniero acquisti la qualità di richiedente asilo nel momento in cui manifesta la volontà di richiedere la protezione internazionale, non si può procedere all'esame della sua domanda se non viene prima soddisfatto l'onere di specifica allegazione dei fatti rilevanti, con una compiuta verbalizzazione delle sue dichiarazioni ai sensi dell'art. 26, comma 2, d.lgs. 28 gennaio 2008, n. 25, cui accludere eventuale documentazione disponibile, ai sensi dell'art. 3, comma 1, d.lgs. 19 novembre 2007, n. 251.
Questa affermazione è cruciale. La Cassazione chiarisce che la mera "manifestazione della volontà" è sufficiente per acquisire lo status di richiedente, attivando garanzie. Tuttavia, il mero status non basta per l'esame nel merito della domanda. La Corte impone un onere di "specifica allegazione dei fatti rilevanti": non una generica richiesta, ma dettagli concreti e pertinenti. Questo deve avvenire tramite una "compiuta verbalizzazione delle sue dichiarazioni" (art. 26, comma 2, D.Lgs. n. 25/2008) e, se disponibile, l'allegazione di documentazione (art. 3, comma 1, D.Lgs. n. 251/2007). In sintesi, l'esame della domanda è condizionato dalla serietà e completezza dell'esposizione dei motivi.
La Cassazione sottolinea un bilanciamento tra il diritto di accesso alla procedura e la necessità di serietà e fondatezza delle richieste, in linea con principi costituzionali (art. 10 Cost.) e sovranazionali (art. 5 CEDU).
Le conseguenze di questa pronuncia sono dirette. Per i richiedenti asilo, la fase di verbalizzazione non è un mero adempimento, ma il momento cruciale per costruire la base della propria domanda. È essenziale essere chiari, coerenti e fornire tutti gli elementi che giustifichino la richiesta di protezione. Per questo, l'assistenza legale fin dalle prime fasi è altamente raccomandata, al fine di garantire che i diritti siano pienamente tutelati e che l'onere di allegazione sia soddisfatto in modo efficace.
Per le autorità, la sentenza ribadisce l'importanza di una verbalizzazione scrupolosa e attenta, che permetta al richiedente di esporre compiutamente la propria situazione, evitando lacune che potrebbero compromettere l'esame della domanda.
La sentenza n. 18274 del 2025 della Corte di Cassazione rafforza il principio che, pur garantendo l'accesso allo status di richiedente asilo, l'esame nel merito della domanda è subordinato a un preciso onere di allegazione e produzione documentale. Questo approccio garantisce l'efficacia del sistema di protezione internazionale, filtrando le richieste e assicurando che solo quelle fondate ricevano l'adeguata attenzione. Un'assistenza legale tempestiva e qualificata si conferma strumento indispensabile per navigare queste procedure complesse e tutelare i diritti fondamentali.