Pene Sostitutive e Condizioni Economiche: La Cassazione con Sentenza n. 19039/2025 Chiama a Chiarezza

La giustizia italiana affronta costantemente il bilanciamento tra l'esigenza punitiva e i principi di proporzionalità della pena. In questo contesto, la recente Sentenza n. 19039 del 17 aprile 2025 (dep. 21 maggio 2025) della Corte di Cassazione assume grande rilievo. Presieduta dalla Dott.ssa M. G. R. A. e con relatore ed estensore la Dott.ssa S. R., questa decisione interviene sul delicato tema della conversione delle pene detentive brevi in sanzioni pecuniarie, soprattutto in presenza di disagiate condizioni economiche dell'imputato. La sentenza, che ha annullato in parte con rinvio una decisione della Corte d'Appello di Roma, stabilisce un principio fondamentale che merita un'attenta analisi.

Il Principio Fondamentale Affermato dalla Cassazione: Indigenza non Osta alla Conversione

Il punto centrale della questione è se il giudice possa negare la sostituzione di una pena detentiva breve con una pecuniaria, motivando con le precarie condizioni economiche del condannato. La Suprema Corte ha chiarito in modo inequivocabile che tale diniego non è ammissibile, fissando un punto fermo nella giurisprudenza in materia di pene sostitutive.

In tema di pene sostitutive di pene detentive brevi, il giudice non può respingere la richiesta di sostituzione della pena detentiva con la pena pecuniaria sulla base delle disagiate condizioni economiche e patrimoniali dell'imputato, in quanto la prognosi di inadempimento ostativa si riferisce soltanto alle pene sostitutive accompagnate da prescrizioni. (In motivazione la Corte ha evidenziato che, peraltro, la nuova formulazione dell'art. 56-quater della legge 24 novembre 1981, n. 689, introdotta dall'art. 71, comma 1, lett. d), d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 150, consente di calibrare la misura della pena pecuniaria alla complessiva situazione economica dell'imputato).

Questo passaggio è cruciale. La Cassazione distingue nettamente tra pene sostitutive che implicano prescrizioni (come la semilibertà o la detenzione domiciliare) e la pena pecuniaria. Per le prime, una prognosi negativa di adempimento può giustificare il diniego. Per la pena pecuniaria, invece, la situazione economica disagiata non può essere un ostacolo. Negare la sostituzione per motivi economici equivarrebbe a condannare l'imputato alla detenzione per la sua condizione di indigenza, creando una disparità di trattamento inaccettabile e lesiva dei principi costituzionali di uguaglianza e di finalità rieducativa della pena.

La Riforma Cartabia e la Proporzionalità della Pena Pecuniaria

La sentenza n. 19039/2025 si inserisce nel quadro normativo profondamente modificato dal Decreto Legislativo 10 ottobre 2022, n. 150, noto come Riforma Cartabia. La Corte richiama in particolare la nuova formulazione dell'articolo 56-quater della Legge 24 novembre 1981, n. 689, che consente di

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