La sentenza n. 14964 del 2022, emessa dalla Corte di Cassazione, si configura come un importante riferimento per la materia dei reati edilizi, in particolare per quanto riguarda il frazionamento e l'accorpamento di unità immobiliari. Con questa pronuncia, la Corte ha chiarito che, in determinate circostanze, tali interventi non necessitano di permesso di costruire, a condizione che non modifichino né la volumetria complessiva dell'immobile né la sua destinazione d'uso.
La Corte ha stabilito che il frazionamento o l'accorpamento di unità immobiliari, realizzati attraverso opere che mantengono inalterata la volumetria e la destinazione d'uso originaria, non richiedono il rilascio del permesso di costruire. Anche se tali interventi comportano variazioni di superficie o del carico urbanistico, questi possono rientrare tra gli interventi di manutenzione straordinaria, realizzabili tramite Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA).
Reati edilizi - Frazionamento o accorpamento di unità immobiliari che non ne modifichino la volumetria e la destinazione d’uso - Permesso di costruire - Necessità - Esclusione - Fattispecie. In tema di reati edilizi, il frazionamento o l'accorpamento di unità immobiliari, eseguiti mediante opere che ne lascino immutate la volumetria complessiva e l'originaria destinazione d'uso, non richiedono il rilascio del permesso di costruire, pur se comportino variazione di superficie o del carico urbanistico, rientrando tra gli interventi di manutenzione straordinaria realizzabili mediante SCIA. (Fattispecie relativa ad immobile al cui interno l'imputato aveva ricavato due vani mediante la divisione, con tramezzature interne, di un ambiente preesistente di maggiore ampiezza).
Questa decisione ha importanti implicazioni per i proprietari di immobili e per i professionisti del settore edilizio. In particolare, essa chiarisce che è possibile procedere a modifiche interne degli spazi senza la necessità di un lungo e complesso iter burocratico, purché si rispettino le condizioni sopra menzionate. Questo può risultare vantaggioso per chi desidera ottimizzare gli spazi senza affrontare le tempistiche e i costi legati al rilascio di un permesso di costruire.
In conclusione, la sentenza n. 14964 del 2022 rappresenta un passo avanti nella semplificazione della normativa edilizia, offrendo chiarimenti utili sia ai cittadini che ai professionisti del settore. La possibilità di frazionare o accorpare unità immobiliari senza la necessità di un permesso di costruire, a patto di rispettare le condizioni stabilite dalla Corte, può incentivare una maggiore flessibilità nella gestione degli spazi abitativi e commerciali. È fondamentale, però, mantenere un attento monitoraggio delle normative locali e delle eventuali variazioni legislative che potrebbero influenzare tali pratiche.