La recente sentenza n. 23521 della Corte di Cassazione, depositata il 30 maggio 2023, offre un'importante riflessione sulla distinzione tra hashish e marijuana in ambito penale. Questo caso, che ha coinvolto l'imputato O. B., ha messo in luce come, nonostante entrambe le sostanze derivino dalla stessa pianta, le loro caratteristiche e la loro classificazione legale siano sostanzialmente diverse. La Corte ha rigettato il ricorso della Corte d'Appello di Trento, confermando l'interpretazione della legge italiana riguardo alla detenzione di stupefacenti.
Secondo la sentenza, la provenienza dell'hashish e della marijuana da una stessa pianta non implica che le due sostanze debbano essere trattate allo stesso modo ai fini penali. Questo è un punto cruciale, poiché la legge italiana, in particolare il d.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309, stabilisce criteri specifici per la classificazione delle sostanze stupefacenti. La Corte ha sottolineato che la diversa tipologia delle sostanze e le loro caratteristiche qualitative giustificano una diversa applicazione delle norme.
Detenzione di hashish e di marijuana - Diversa natura delle sostanze - Rilevanza ai fini penali - Sussistenza - Fattispecie. In tema di stupefacenti, la provenienza dell'hashish e della marijuana da una stessa pianta, seppur all'esito di processi produttivi diversi, e l'identità del loro principio attivo non impediscono che le sostanze siano trattate differentemente ai fini penali e come tali siano indicate nella tabella II, allegata al d.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309, in quanto ciò che rileva non è la sola fase iniziale della coltivazione, ma il complesso del processo produttivo, che porta alla realizzazione di stupefacenti dotati di caratteristiche finali differenti. (Fattispecie in cui è stata esclusa l'applicabilità dell'esimente della particolare tenuità del fatto ex art. 131-bis cod. pen. a fronte della condotta di illecita detenzione di sostanze stupefacenti dei tipi hashish e marijuana, in ragione della loro diversa tipologia e delle caratteristiche qualitative, attestate dall'elevato principio attivo).
Questa sentenza ha importanti implicazioni pratiche per coloro che si trovano coinvolti in procedimenti penali legati alla detenzione di sostanze stupefacenti. La Corte ha escluso l'applicabilità dell'esimente della particolare tenuità del fatto, prevista dall'articolo 131-bis del codice penale, evidenziando che la differenza tra hashish e marijuana non è meramente formale, ma sostanziale. Gli operatori del diritto e i giuristi dovranno quindi considerare attentamente le peculiarità di ciascuna sostanza quando si confrontano con la legislazione vigente.
In conclusione, la sentenza n. 23521 del 2023 rappresenta un importante passo nella chiarificazione della normativa italiana riguardo alla detenzione di sostanze stupefacenti. La distinzione tra hashish e marijuana, pur derivando dalla stessa pianta, è fondamentale per la corretta applicazione delle leggi penali. Pertanto, è essenziale che gli attori del sistema giuridico comprendano le differenze e le implicazioni legali di questa decisione per garantire una giustizia equa e informata.