La recente ordinanza della Corte di Cassazione n. 20882 del 22 agosto 2018 si inserisce in un contesto giuridico di particolare rilevanza, riguardante la responsabilità del Ministero della Salute per danni derivanti da emotrasfusioni di sangue infetto. Questa sentenza chiarisce alcuni aspetti fondamentali della prescrizione e della legittimazione attiva nelle richieste di risarcimento, evidenziando la complessità dei procedimenti legali in materia sanitaria.
In questa ordinanza, la Corte ha esaminato il ricorso di S. R. e altri contro il Ministero della Salute, riguardante la risarcibilità dei danni subiti a causa di emotrasfusioni effettuate con sangue infetto. La Corte d'Appello di Roma aveva già espresso il proprio parere, stabilendo che la responsabilità del Ministero fosse di natura extracontrattuale, applicando quindi il termine di prescrizione quinquennale per le richieste di risarcimento.
La responsabilità del Ministero della Salute per i danni da trasfusione di sangue infetto ha natura extracontrattuale, soggetta a prescrizione quinquennale.
La Corte ha ribadito alcuni principi giuridici fondamentali:
Questi principi sono stati applicati anche nella valutazione della legittimazione passiva, confermando che il Ministero era responsabile per la mancata vigilanza sulla sicurezza del sangue.
La sentenza della Cassazione n. 20882 del 2018 si inserisce in un contesto giuridico di grande attualità, sottolineando l'importanza di una corretta interpretazione delle norme sulla responsabilità sanitaria. Con questa ordinanza, la Corte ha non solo confermato la natura extracontrattuale della responsabilità del Ministero della Salute, ma ha anche chiarito i termini di prescrizione applicabili, offrendo così importanti spunti di riflessione per tutti gli attori coinvolti nel campo del diritto sanitario.