Commento alla Sentenza n. 36580 del 2023: Abuso Edilizio e Condono in Area Vincolata

La sentenza n. 36580 del 17 maggio 2023 rappresenta un importante punto di riferimento riguardo agli abusi edilizi realizzati in aree sottoposte a vincolo paesaggistico. In questa decisione, la Corte ha chiarito le differenze tra il procedimento di condono e quello per l'autorizzazione paesaggistica preventiva, stabilendo un quadro normativo più rigoroso per le violazioni edilizie in tali aree.

Il Contesto Normativo

Il procedimento di condono edilizio, in caso di abusi realizzati in aree vincolate, è disciplinato dall'articolo 32 della legge 28 febbraio 1985, n. 47. In base a questa norma, la soprintendenza è tenuta a esprimere un parere che si basa su uno spatium deliberandi di 180 giorni, a differenza del termine di 45 giorni previsto per le autorizzazioni preventive. Questo allungamento dei tempi è dovuto alla necessità di un esame approfondito dei casi di abuso già commessi.

Le Implicazioni della Sentenza

Abuso edilizio realizzato in area sottoposta a vincolo paesaggistico - Richiesta di condono - Parere della soprintendenza - Procedimento - Differenze rispetto al procedimento previsto per il rilascio dell’autorizzazione paesaggistica preventiva - Indicazione - Ragioni. In tema di reati edilizi, nel caso in cui l'abuso risulti realizzato in area sottoposta a vincolo paesaggistico, il procedimento amministrativo per il rilascio del provvedimento autorizzativo in sanatoria, in ragione della già avvenuta commissione dell'illecito penale, è disciplinato con maggior rigore, prevedendosi che la soprintendenza, per la formulazione del parere di sua competenza, prescritto dall'art. 32, comma 1, legge 28 febbraio 1985, n. 47, fruisca di uno "spatium deliberandi" più ampio di quello assegnatole dall'art. 146 d.lgs. 22 gennaio 2004, n. 42, per il rilascio dell'autorizzazione paesaggistica preventiva (180 giorni, anziché 45) e che l'infruttuoso decorso di detto termine valga quale silenzio-rifiuto, impugnabile innanzi al giudice amministrativo.

Questa sentenza evidenzia come il rigore del procedimento di condono sia giustificato dalla necessità di proteggere il patrimonio paesaggistico, stabilendo chiare linee guida per i casi di abusivismo. Le differenze tra i due procedimenti sono significative e influenzano direttamente le possibilità di ottenere la sanatoria per gli abusi edilizi.

Considerazioni Finali

In conclusione, la sentenza n. 36580 del 2023 si inserisce in un contesto giuridico che cerca di bilanciare il diritto alla proprietà con la tutela del patrimonio paesaggistico. Le normative italiane ed europee in materia ambientale e paesaggistica pongono un forte accento sulla prevenzione e sulla repressione degli abusi, rendendo fondamentale la consulenza legale per chi si trova a dover affrontare situazioni di questo tipo.

Studio Legale Bianucci