Infortuni sul Lavoro: La Cassazione e la Responsabilità del Committente (Sentenza n. 18169 del 2025)

In un panorama normativo sempre più esigente in materia di salute e sicurezza, la recente sentenza della Corte di Cassazione n. 18169, depositata il 14 maggio 2025, si configura come un punto di riferimento cruciale. Questa decisione, presieduta dal Dott. A. Montagni e estesa dal Dott. G. Sessa, chiarisce i complessi confini della responsabilità penale del committente in caso di infortunio sul lavoro. Il caso dell'imputata C. W. S. M. ha offerto l'occasione per delineare con maggiore precisione i doveri di chi affida lavori o servizi a terzi.

Il Ruolo del Committente tra Doveri e Deleghe

Il Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81 (Testo Unico sulla Sicurezza), in particolare l'articolo 26, impone al committente obblighi non delegabili. La scelta di un appaltatore qualificato non esonera da ogni responsabilità. La Cassazione sottolinea l'importanza di valutare l'effettiva incidenza della condotta del committente nell'eziologia dell'evento dannoso. La pronuncia conferma che la responsabilità del committente va oltre la mera formalità, richiedendo un controllo sostanziale e proattivo.

I Criteri per Accertare la Responsabilità Penale

La Suprema Corte, con la sentenza n. 18169/2025, ha delineato parametri stringenti per la determinazione della colpa del committente. Non è una responsabilità oggettiva, ma un'attenta analisi delle circostanze concrete. La massima della sentenza è illuminante:

In tema di prevenzione degli infortuni sul lavoro, per valutare la responsabilità del committente in caso di infortunio è necessario verificare, in concreto, l'incidenza della sua condotta nell'eziologia dell'evento, a fronte delle capacità organizzative della ditta scelta per l'esecuzione dei lavori, avuto riguardo alla specificità dei lavori da eseguire, ai criteri seguiti dallo stesso committente per la scelta dell'appaltatore o del prestatore d'opera, alla sua ingerenza nell'esecuzione dei lavori oggetto di appalto o del contratto di prestazione d'opera, nonché alla agevole ed immediata percepibilità, da parte del committente, di situazioni di pericolo.

Questa massima evidenzia che non basta affidarsi a un'impresa sulla carta. Occorre verificarne l'adeguatezza al tipo di lavoro. L'ingerenza del committente, anche minima, può comportare condivisione di responsabilità, così come la sua capacità di percepire immediatamente pericoli evidenti. La responsabilità è dinamica, modellata su azioni e omissioni concrete.

I fattori chiave includono:

  • Incidenza della condotta del committente nella genesi dell'infortunio.
  • Capacità organizzative e tecniche dell'appaltatore.
  • Natura e specificità dei lavori.
  • Criteri di selezione dell'appaltatore.
  • Grado di ingerenza o controllo sull'esecuzione.
  • Facile e immediata percepibilità di rischi evidenti.

L'Orientamento Giurisprudenziale e la Prevenzione Attiva

Questa pronuncia si allinea a un consolidato orientamento giurisprudenziale (cfr. sentenze n. 44131/2015 e n. 27296/2017). La Cassazione ha sempre ribadito che il committente, pur non essendo tenuto a un controllo "microscopico", ha il dovere di vigilare sull'adeguatezza delle misure di sicurezza e sull'idoneità dell'impresa. Ciò implica un controllo alto e generale, cruciale in presenza di rischi specifici o carenze manifeste. La prevenzione è un imperativo etico e legale che richiede proattività.

Conclusioni: Un Monito per la Sicurezza

La sentenza n. 18169 del 2025 è un richiamo forte per tutti i committenti. La responsabilità in materia di infortuni sul lavoro non è un onere delegabile con leggerezza, ma un dovere che impone attenta valutazione delle imprese, vigilanza adeguata e capacità di intervento sui pericoli. Affidarsi a professionisti esperti in diritto del lavoro e della sicurezza è fondamentale per garantire conformità e tutelare la vita e l'integrità fisica dei lavoratori. La sicurezza non è un costo, ma un investimento essenziale.

Studio Legale Bianucci