La sentenza n. 44731/2024 e i diritti fondamentali nel mandato di arresto europeo

La recente sentenza n. 44731 del 4 dicembre 2024 della Corte di Cassazione offre spunti significativi sul tema del mandato di arresto europeo, ponendo l'accento sul rispetto dei diritti fondamentali e delle garanzie costituzionali. L'imputato, B. B., era oggetto di una richiesta di estradizione verso il Belgio, ma la Corte ha annullato la decisione di consegna, rimandando alla Corte di appello di verificare l'esistenza di pratiche giurisprudenziali consolidate in quel Paese.

Il contesto giuridico del mandato di arresto europeo

Il mandato di arresto europeo è uno strumento di cooperazione giudiziaria tra Stati membri dell'Unione Europea, volto a semplificare e velocizzare le procedure di estradizione. Tuttavia, la sua applicazione deve sempre rispettare i diritti fondamentali, come stabilito dall'articolo 13 della Costituzione italiana e dall'articolo 5 della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo (CEDU).

La sentenza in oggetto richiama l'importanza di verificare l'effettiva sussistenza di un “diritto vivente”, ovvero un'interpretazione giurisprudenziale consolidata che possa limitare le garanzie previste dalla normativa. In questo caso, la Corte ha ritenuto necessario accertare se, in Belgio, esistano prassi giurisprudenziali che escludano i cittadini stranieri non residenti da misure cautelari diverse dalla custodia in carcere.

Mandato di arresto europeo - Consegna per l'estero - Verifiche di cui all'art. 2 della legge n. 69 del 2005 - Considerazione del c.d. "diritto vivente" - Condizioni - Fattispecie. In tema di mandato di arresto europeo per l'estero, il necessario rispetto dei diritti fondamentali e delle garanzie costituzionali impone di verificare, ove venga specificamente dedotta, l'effettiva sussistenza di un "diritto vivente", fondato su un'interpretazione giurisprudenziale consolidata, tale da vanificare le tutele riconosciute dall'astratta previsione normativa. (Fattispecie in cui la Corte, annullando la decisione di consegna, ha demandato alla Corte di appello di accertare l'esistenza in Belgio di una consolidata prassi giurisprudenziale che, nonostante il previsto meccanismo di verifiche periodiche della perdurante necessità della misura cautelare, escluderebbe i cittadini stranieri non residenti in quello Stato, sulla base di una generalizzata presunzione di pericolo di fuga, dall'accesso a misure cautelari diverse dalla custodia in carcere, in contrasto con gli artt. 13 Cost., 5 CEDU e 6 TUE).

Le implicazioni della sentenza

Questa sentenza ha importanti implicazioni sul piano pratico e giuridico. In primo luogo, sottolinea la necessità di un'attenta analisi delle condizioni in cui un cittadino straniero può essere detenuto all'estero. Inoltre, evidenzia come la giurisprudenza nazionale debba sempre tener conto delle prassi giuridiche degli altri Stati membri, per garantire un trattamento equo e giusto.

  • Riconoscimento dei diritti fondamentali come principio inviolabile
  • Necessità di verifiche giuridiche sulle prassi degli Stati membri
  • Importanza di un'interpretazione giurisprudenziale consolidata

Conclusioni

In conclusione, la sentenza n. 44731 del 2024 ci invita a riflettere sull'importanza di garantire il rispetto dei diritti fondamentali nel contesto del mandato di arresto europeo. La Corte di Cassazione ha chiarito che è fondamentale verificare le condizioni giuridiche nel Paese richiedente, al fine di evitare violazioni delle garanzie costituzionali. La giurisprudenza italiana continua a evolversi in un contesto europeo, dove il rispetto dei diritti umani deve rimanere al centro delle decisioni giudiziarie.

Studio Legale Bianucci