La sentenza n. 45816 del 2024, depositata il 13 dicembre 2024, offre un'importante chiarificazione in materia di opposizione a decreto penale di condanna, in particolare per quanto riguarda la rateizzazione della pena pecuniaria. Questa decisione, emessa dalla Corte di Cassazione, rappresenta un punto di riferimento fondamentale per la comprensione dei diritti degli imputati e delle procedure legali applicabili.
La Corte ha dichiarato inammissibile l'impugnazione del provvedimento di rigetto dell'istanza di rateizzazione del pagamento della pena pecuniaria presentata in sede di opposizione a un decreto penale di condanna. È importante sottolineare che, secondo la Corte, tale provvedimento è inoppugnabile. In altre parole, l'imputato non ha la possibilità di contestare il rigetto della richiesta di rateizzazione in quel momento specifico del processo.
“(TASSATIVITA') - Opposizione a decreto penale di condanna - Istanza volta a ottenere la rateizzazione del pagamento della pena pecuniaria - Provvedimento di rigetto - Impugnabilità - Esclusione. È inoppugnabile il provvedimento di rigetto dell'istanza di rateizzazione del pagamento della pena pecuniaria presentata in sede di opposizione al decreto penale di condanna. (In motivazione, la Corte ha precisato che la richiesta può essere avanzata, invece, nel giudizio conseguente all'opposizione o direttamente al magistrato di sorveglianza ai sensi dell'art. 660, comma 3, secondo periodo, cod. proc. pen.).”
Questa massima evidenzia un aspetto cruciale: l'impossibilità di contestare il rigetto dell'istanza di rateizzazione nel contesto dell'opposizione. Tuttavia, la Corte chiarisce che l'imputato ha comunque la possibilità di presentare la richiesta in un momento successivo, nel giudizio conseguente all'opposizione, o direttamente al magistrato di sorveglianza. Ciò implica che, sebbene non sia possibile impugnare il rigetto, esistono canali alternativi per ottenere una rateizzazione.
La decisione della Corte di Cassazione si inserisce in un quadro normativo chiaro, che prevede la tassatività dei mezzi di impugnazione in materia penale. Questa tassatività è prevista dall'art. 568 del Codice di Procedura Penale, il quale stabilisce che le modalità di impugnazione debbano essere specificamente indicate e limitate.
In conclusione, la sentenza n. 45816 del 2024 ci ricorda l'importanza di seguire le procedure corrette nell'ambito penale. Gli imputati devono essere consapevoli delle limitazioni imposte dalla legge, ma anche delle opportunità che hanno a disposizione per cercare soluzioni più favorevoli.
La Corte di Cassazione, con questa sentenza, ha chiarito un aspetto fondamentale del diritto penale italiano, rafforzando la tassatività dei mezzi di impugnazione e offrendo indicazioni chiare su come procedere in caso di necessità di rateizzazione delle pene pecuniarie. È essenziale, pertanto, che gli operatori del diritto e gli imputati comprendano appieno le implicazioni di questa decisione.