Benvenuti nella sezione dedicata alle impugnazioni. Qui troverete articoli, sentenze e ordinanze che trattano in dettaglio le varie tipologie di impugnazione nel contesto giuridico, offrendo un'analisi approfondita e aggiornamenti sulle normative vigenti.
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 17277 del 2025, chiarisce i limiti all'appello per le condanne che prevedono l'ammenda, anche sostitutiva dell'arresto. Un approfondimento essenziale sulle modifiche introdotte dalla Riforma Cartabia e le implicazioni pratiche per la giustizia penale italiana, tra semplificazione e garanzie processuali.
Un'importante Ordinanza della Corte di Cassazione, la n. 20257/2025, fa luce su un aspetto cruciale del diritto processuale penale: il regime di impugnazione delle sentenze di proscioglimento emesse all'esito dell'udienza preliminare. Scopriamo perché queste decisioni restano appellabili, anche dopo le recenti modifiche legislative che hanno introdotto l'inappellabilità per i reati a citazione diretta.
Analisi della pronuncia della Cassazione (Sent. n. 20143/2025) che definisce i limiti all'appellabilità delle sentenze di proscioglimento da parte del Pubblico Ministero per reati a citazione diretta, estendendola anche ai riti abbreviati, in virtù delle modifiche all'art. 593 c.p.p. introdotte dalla Legge n. 114/2024. Un chiarimento essenziale per il processo penale.
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 19415 del 2025, ha chiarito un aspetto cruciale in materia di impugnazioni cautelari: il deposito telematico del gravame via PEC, anche se indirizzato a un ufficio diverso da quello previsto, non comporta inammissibilità se l'atto perviene tempestivamente alla cancelleria competente. Un'analisi dettagliata delle implicazioni per la pratica forense e la tutela dei diritti nel processo penale telematico.
Un'analisi approfondita della Sentenza n. 174493/2025 della Corte di Cassazione che, in seguito alla Legge n. 114/2024, amplia significativamente i poteri del Pubblico Ministero di impugnare le sentenze di proscioglimento, ridisegnando gli equilibri nel processo penale italiano.
La Suprema Corte di Cassazione, con la Sentenza n. 18593/2025, chiarisce l'importanza dell'interesse dell'indagato a ricorrere contro la qualifica di organizzatore di associazione mafiosa, delineando le implicazioni sulla misura cautelare e la necessità di una verifica puntuale. Un'analisi fondamentale per comprendere i diritti difensivi nel diritto penale.
La Suprema Corte, con la sentenza n. 19339 del 2025, chiarisce i limiti e le condizioni per l'impugnazione delle ordinanze di rigetto sull'accesso ai programmi di giustizia riparativa, delineando un percorso cruciale per imputati e avvocati nel contesto della Riforma Cartabia. Scopri quando è possibile ricorrere e quali reati sono interessati.
La Suprema Corte chiarisce che la mancata indicazione, nell’atto di appello del P.M., dei testimoni da riascoltare non rende inammissibile il gravame contro una sentenza assolutoria. Un approfondimento pratico sulle ricadute per difesa e accusa alla luce dell’art. 603 c.p.p.
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 17449 del 2025, ribadisce un principio cruciale in materia di impugnazioni cautelari: la specificità dei motivi di ricorso è fondamentale. Scopri come un'omissione nel riesame può rendere inammissibile il ricorso e quali sono le implicazioni per la difesa tecnica.
La Suprema Corte di Cassazione, con la sentenza n. 15248 depositata il 17 aprile 2025, ha stabilito che la parte civile può proporre ricorso anche contro provvedimenti solo processuali quando da essi derivi un pregiudizio irreparabile ai propri diritti risarcitori, come nel caso del pericolo di prescrizione.